venerdì 30 novembre 2012

La zucca spinosa: due ricette


La zucca spinosa è un ortaggio strano, non molto diffuso, ma tipico dei nostri inverni. In dialetto viene chiamata "cucuzza re sett'anni" probabilmente perchè la pianta è piuttosto longeva. Il suo nome è  Chayote, ma questo l'ho scoperto su Wikipedia, nessuno la chiama così. Bisogna trattarla con i guanti, nel senso letterale del termine, perchè lascia sulle mani una pellicola che non va via molto facilmente. Tenuto conto di questo accorgimento il resto è solo bontà.



La prima ricetta, semplicissima, è quella della mia mamma: si frigge la zucca tagliata a fettine fino a quando raggiunge un colore bruno. Intanto in un'altra padella si fa rosolare dell'aglio con olio extravergine d'oliva. Si ripassa la zucca in padella con l'aglio, si sala e si innaffia con dell'aceto.



E' un contorno delizioso.


L'altra ricetta invece è una mia variante per realizzare un antipasto più gradito anche ai ragazzi. 


Le fettine vanno sbollentate in acqua bollente salata per una decina di minuti ( ha una consistenza abbastanza dura).
                                      

Si prepara una pastella con uova, farina 00, sale, acqua minerale frizzante e caciocavallo grattugiato. Dovrà risultare densa per non scivolare dalle fettine di zucca  lessate.


 Si frigge in olio d'arachide e...


si gusta!
 Un vecchio detto siciliano recita " falla comu vuoi, è sempri cucuzza!" Non sempre è vero!





mercoledì 28 novembre 2012

Fagottini di ricotta al pesto di pistacchio


Ingredienti semplici: semola, uova, ricotta, pesto di pistacchio.


Amalgamate la ricotta a un tuorlo d'uovo; non serve altro se la ricotta è buona. Nella mia provincia si trova soprattutto di latte vaccino. E' ottima quella degli altopiani iblei.


Impastate la pasta calcolando un uovo ogni due commensali; tirate una sfoglia sottile e ritagliate tanti quadratini.


Distribuite con un cucchiaio la ricotta su ogni quadrato e chiudete i ravioli unendo i vertici opposti a due a due.


Otterrete questi bei fagottini che andranno tuffati in acqua bollente salata e conditi semplicemente con il pesto al pistacchio, la cui ricetta potete trovare in un mio post precedente.


Cospargeteli di parmigiano o semplicemente di pistacchi tritati: buon appetito!





lunedì 26 novembre 2012

Pesto di pistacchio e mandorle


Mettete in un mixer 100 g di pistacchio di Bronte, una decina di mandorle, alcune foglie di basilico (non troppe perchè coprirebbero il gusto del pistacchio), mezzo spicchio d'aglio, olio extravergine d'oliva. Frullate ma non per troppo tempo per evitare di scaldare troppo la salsa.


E' buono sia su una bruschetta sia insieme alla pasta.


Prossimamente vi proporrò un abbinamento sfizioso con una pasta fresca ripiena.



sabato 24 novembre 2012

Frittelle dolci di ricotta al miele




Un dolce veloce per il vostro pranzo della domenica o per passare un pomeriggio in dolcezza con i vostri cari. Gli ingredienti sono: 250 g di ricotta, un uovo e un tuorlo, 100 g di zucchero, 150 g di farina, buccia grattugiata di limone, una bustina di lievito per dolci, latte q.b., olio di semi di arachide, miele ai fiori d'arancio, cannella.


 Mescolare la ricotta con le uova, lo zucchero,


la cannella, la farina e se l'impasto dovesse essere un po' duro, aggiungete del latte ( dipende molto dalla ricotta, più è fresca e più risulta morbida).


Aromatizzate con la buccia di limone e infine aggiungete la bustina del lievito: sono già pronte per la cottura!


Versate l'impasto con un cucchiaio nell'olio bollente e quando saranno dorate, mettetele ad asciugare su carta da cucina.


Fate sciogliere il miele in un pentolino: io ho aggiunto una spruzzata di limoncello che darà un aroma particolare.


Rotolate ogni frittella nel miele in modo che si impregni e sistematele poi in un piatto da portata. Una bella spolverata di cannella e poi... godetevi un momento di dolcezza!


P.s. adagiare le frittelle su foglie fresche di limone conferisce loro un aroma irresistibile!




giovedì 22 novembre 2012

Farfalle con cavolfiore viola di Sicilia e acciughe




Nel mio orto ho raccolto un cavolfiore violetto: è il primo e voglio farne un piatto niente male, sfizioso e allo stesso tempo molto semplice; del resto è la qualità degli ingredienti che rende un piatto unico.


Taglio il cavolfiore, lo lavo e lo tuffo in acqua bollente salata per 3\4 minuti. Lo recupero quindi con una schiumarola e utilizzo l'acqua di cottura per le mie farfalle.


Intanto che la pasta si cuoce, in una padella faccio rosolare due spicchi d'aglio, i filetti di 4 acciughe salate che ho comprato da un produttore di Marzamemi, olio extravergine d'oliva e del peperoncino secco sminuzzato grossolanamente.


Aggiungo il cavolfiore ridotto in piccoli pezzi e completo la cottura con un coperchio in modo che si ammorbidisca ulteriormente.


Ho già preparato in precedenza del pangrattato tostato con un pizzico di sale e dell'olio: mi servirà per condire la pasta al posto del formaggio.


Non appena la pasta ha raggiunto la cottura al dente e la mia salsa è quasi una crema, faccio saltare il tutto in padella; aggiungerò il pangrattato al momento di servire.


Semplice, salutare, veloce, economico e delizioso!





domenica 18 novembre 2012

"Maccu" di fave modicane


 Oggi piove, aria grigia d'autunno, bisognerà preparare qualcosa che scaldi, soprattutto le papille. Non cucino spesso le fave perchè non riesco a mandar giù la loro buccia, ma per il "maccu" faccio un'eccezione:è decisamente un'altra cosa!
La parola maccu deriva dal latino maccare, vuol dire schiacciare. Questa preparazione tipica della nostra provincia non è però un purè classico: la sua preparazione infatti non prevede di passare i legumi. Ora vi spiego. Per prima cosa  perchè bisogna scegliere fave modicane? Sono un prodotto unico  nel suo genere, vengono coltivate nelle campagne del modicano e oltre al sapore particolare, hanno anche la caratteristica di cuocersi molto in fretta. I nostri nonni, nelle serate invernali, passavano il tempo a "pizzicari" i favi, a togliere cioè un pezzetto di buccia nella parte superiore delle fave secche; in particolare, per preparare il "maccu" bisogna togliere tutta la buccia.


Bisogna quindi lavarle e metterle a cuocere in acqua fredda. Dopo alcuni minuti di ebollizione, togliete l'acqua dalla pentola.


Avrete intanto preparato un trito di cipolla, carote e sedano che farete rosolare. Versate quindi le fave e coprite di acqua calda per non bloccare la cottura.


Aggiustate di sale e mescolate ogni tanto.


 Quando le fave si saranno completamente disfatte e trasformate in crema, è pronto. Olio extravergine d'oliva a crudo e "pane duro", un tempo, per scaldarsi nelle cene invernali;  noi che le gustiamo "per capriccio" e non perchè rappresentano l'unico cibo a disposizione, come era ai tempi di mio padre, possiamo accompagnarle con dei crostini caldi.




giovedì 15 novembre 2012

Polpettone al sugo


Una ricetta per chi ha voglia dei sapori di casa, quelli che sanno di pranzo in famiglia, della buona cucina delle nonne.


Prendete della carne tritata di manzo e di maiale in parti uguali; condite con sale, pepe, mollica di pane bagnata nel latte e strizzata, uova, caciocavallo grattugiato, prezzemolo tritato finemente, se vi piace dell'aglio schiacciato.


Impastate bene con le mani e cercate di dare una forma cilindrica all'impasto.


Rosolate da tutti i lati il vostro rotolo in olio extravergine d'oliva, in modo che non perda i suoi succhi.


Insaporite con una bella cipolla e del basilico; se preferite potete fare un trito classico di carote e sedano. Aggiungete quindi della polpa di pomodoro o due belle cucchiaiate del nostro estratto diluito con acqua. Fate cuocere a fuoco basso per almeno un'ora, se il vostro polpettone pesa un chilo.


Tiratelo fuori dal sugo, che userete per condire delle fettuccine, possibilmente all'uovo, fatelo raffreddare un pochino e tagliate a fette. Quando impiattate, versate su ogni fetta un cucchiaio della sua magnifica salsa. Buon appetito!







domenica 11 novembre 2012

San Martino: frittelle e vino novello



La tradizione vuole che il menù di San Martino comprenda "u sinapu" e la salsiccia, le frittelle con il vino nuovo che si degusta per la prima volta: "a San Martinu si spuntiddunu i vutti". L'antica ricetta era molto semplice: semola di grano duro, acqua, lievito di birra o lievito madre "u cruscenti", un pizzico di sale; a questo semplice impasto si aggiungevano fichi secchi, uva passa e noci. Di solito si friggevano con l'olio nuovo per festeggiare la fine della raccolta delle olive.
Questa di oggi  è una delle numerose varianti di frittelle: ognuno ha la sua e a San Martino si fa a gara a chi le fa più soffici, più ricche, più tonde, ecc. Io oggi le ho preparate con questi ingredienti: 500 g di farina 00, mezzo panetto di lievito di birra, due patate bollite e schiacciate, un pizzico di sale e 100 g di zucchero, latte q.b, 2 uova, buccia grattugiata di limone, mezzo bicchierino di grappa, una noce di burro, olio di semi di arachide per friggere, cannella e zucchero per finire.
Faccio sciogliere il lievito nel latte tiepido zuccherato.                                      



Aggiungo le uova intere, il burro, la grappa e dopo tutti gli ingredienti solidi fino ad ottenere un impasto nè troppo duro, nè troppo fluido: se necessario mi regolo con il latte.


Metto il recipiente coperto in un luogo caldo e aspetto che abbia raddoppiato il volume.


Intanto  schiaccio delle noci di Palazzolo Acreide.


Riduco a cubetti una bella forma di cotognata. Potete mettere qualsiasi cosa vi piaccia: uvetta ammollata nel rum, fichi secchi a pezzetti, pinoli, cubetti di mela, ecc. Io non metterò uvetta, che è un classico, perchè a casa mia  alcuni non la gradiscono.


Dato che l'impasto è pronto, verso le noci e la cotognata e mescolo delicatamente per non far sgonfiare troppo l'impasto. Nel frattempo ho messo l'olio a scaldare e quando comincia a sfrigolare, verso l'impasto a piccole cucchiaiate.


 Quando diventano brune sono cotte, le tiro fuori e le faccio asciugare su carta da cucina.


Intanto che rilasciano l'unto in eccesso preparo un mix di zucchero e l'immancabile cannella.


Rotolo dentro la ciotola le mie frittelle per renderle più golose.



Vi assicuro che quando si inizia a mangiarle, non si riesce a smettere. Provatele e accompagnatele con un buon bicchiere di rosso!