venerdì 26 luglio 2013

"Ielu ri muluni" \ Gelo di anguria


Quello che vi presento oggi è uno dei classici dei dolci estivi siciliani: lo si trova in tutta l'isola, in particolare a Palermo. Questo gel è un concentrato di profumi oltre che di sapori: lo si assapora di più se ad ogni cucchiaio che si scioglie in bocca si associano delle profonde inspirazioni; per me è il massimo, dato che contiene  i miei simboli, la cannella con il suo aroma speziato, il gelsomino con la sua persistente fragranza, la freschezza dell'anguria e la sensualità del cioccolato e del pistacchio.


Ci vuole una bella anguria dolce e matura al punto giusto.


Tagliate la polpa in grossi pezzi e mettetela in un robot; non vi preoccupate dei semini perchè poi filtreremo il succo.




La sera prima avrete preparato l'acqua di gelsomino mettendo una manciata di boccioli di gelsomino in un bicchiere d'acqua che poi coprirete con la pellicola. Nella foto la quantità è maggiore perchè io l'ho preparato in grande quantità. Calcolate che in 750 ml di succo d'anguria ci va un bicchiere d'acqua di gelsomino di 250 ml (basteranno una ventina di boccioli).


Mescolate il succo e l'acqua, assaggiate per verificare il grado di dolcezza (che è molto personale): se vi sembra il caso aggiungete zucchero.


Fate sciogliere 100 g di maizena per litro di composto.


Mettete in una pentola e aggiungete la scorza di limone. Mescolate fin quando la crema si sarà addensata.



Preparate degli stampi: io ho utilizzato degli stampi antichi in terracotta e dei contenitori monoporzione.


Mettete gli stampi in frigo e, al momento di servire, sbizzarritevi con le decorazioni: il pistacchio in granella e il cioccolato sono di rigore per richiamare tutti i colori dell'anguria, potete poi completare con una spolverata di cannella in polvere oppure con un pezzetto di corteccia, foglie di limone, fiori di gelsomino, ecc.
Sarà un successo!












mercoledì 24 luglio 2013

Spaghetti con le telline


Le telline sono uno dei molluschi più delicati, infatti bastano pochissimi ingredienti per non coprire il loro sapore. La loro pesca è regolamentata dalla legislazione europea, quindi occhio a dove e da chi le compriamo!


Per 4 persone ho utilizzato 1 kg di telline: voglio fare un piatto ricco! Bisogna farle spurgare in acqua per far rilasciare loro la sabbia, quindi metterle in un tegame a fuoco basso per farle aprire. Non fatele cuocere troppo altrimenti si rinsecchiscono. Ho tolto le valve a più della metà, mentre le rimanenti le lascio così per un motivo estetico.



Faccio un soffritto con due spicchi d'aglio e dell'olio extravergine d'oliva, aggiungo le telline e tre cucchiai di polpa di pomodoro ciliegino; infine una manciata di prezzemolo freschissimo tritato e del peperoncino.


Faccio saltare gli spaghetti al dente con il sughetto , aggiungo le telline intere ed entro pochissimi minuti...
le gusto: c'è tutto il sapore del mio mare!


martedì 23 luglio 2013

Confettura di fragole



Oggi ho raccolto le ultime fragole nel mio orto; anche se sono piccole e un po' deformi, sono comunque assolutamente biologiche. Ne farò una confettura per le mie crostate.
 

Ingredienti: 1 kg di fragole, 500 g di zucchero, mezzo limone, 1 bustina di fruttapec 2:1.
Lavo bene le fragole, tolgo i piccioli e le taglio a pezzi.


Le peso e aggiungo la metà del loro peso di zucchero e il fruttapec: uso questa versione 2:1 perchè mi consente di abbassare il contenuto di zucchero e anche perchè abbassando notevolmente i tempi di cottura, consente alla frutta di mantenere il suo colore naturale di un rosso brillante; con la cottura tradizionale infatti diventerebbe un po' più scura. Spremo mezzo limone, mescolo bene e metto in una pentola sul fuoco dolce.


Dopo alcuni minuti dalla bollitura è pronta: togliete l'eventuale schiuma e preparate dei vasetti di vetro ben sterilizzati (io li metto in forno mezz'ora dopo averli bel lavati).


Chiudete i barattoli e capovolgeteli per creare il sottovuoto. Alla prossima!



sabato 20 luglio 2013

Pomodorini secchi e "capuliatu"


Un must dell'estate siciliana è senza dubbio la preparazione dei pomodori secchi da conservare per l'inverno " i pummaroru salati" e il "capuliatu" un intruglio molto versatile in cucina perchè si presta a molteplici usi.


Ho utilizzato dei pomodori ciliegia dolcissimi e maturi, li ho lavati, li ho spaccati a metà, cosparsi di sale, sistemati su un asse di legno e posizionati al sole.


Adesso bisogna solo aspettare, non troppo in verità perchè con le temperature che abbiamo bastano due giorni.


Ecco come appaiono: hanno perso tutta la loro acqua, sono secchi ma nello stesso tempo ancora morbidi. Naturalmente se si usassero dei pomodori grossi il tempo  di esposizione andrebbe prolungato. 


Adesso tuffo i pomodorini in acqua bollente per due minuti per eliminare la possibile carica batterica o qualche eventuale corpo estraneo. Li scolo e li metto su un canovaccio pulito ad asciugare. Le nonne a questo punto li sistemavano in barattoli di vetro a strati, conditi con qualche foglia di basilico e ricoperti d'olio; venivano usati per condire il pane caldo o come companatico per gli uomini che andavano a lavorare nei campi. Io invece per conservare tutto il loro profumo intatto, li conservo in freezer e li condisco quando mi servono per preparare il tipico antipasto rustico.


Nel sacchetto metto anche delle foglie di basilico e il sapore dell'estate è tutto lì.


Adesso arriviamo al nostro "capuliatu": nel nostro dialetto "capuliari" vuol dire prendere a botte, forse in riferimento al fatto che i pomodori venivano spezzettati e "picchiati" con il coltello.



Oggi più semplicemente vanno messi in un mixer con olio extravergine d'oliva, aglio, origano, basilico e dei peperoncini freschi. La salsa che si ottiene è sublime per condire le pagnotte calde appena sfornate oppure come condimento per degli spaghetti superlativi. In ogni caso se dovete conservarla coprite il barattolo in cui la sistemate con altro olio e chiudete ermeticamente: sono sicura però che non resisterà a lungo chiusa!


Se vi posso suggerire una ricetta sfiziosa in cui usare il capuliatu  andate su http://cannellaegelsomino.blogspot.it/2013/06/linguine-alla-ventresca-capperi-e.html




mercoledì 17 luglio 2013

Il mio blog è "carbon neutral"


Cosa vuol dire essere “carbon neutral” ?E' il sogno dell'ecologia e significa eliminare l'anidride carbonica che si produce. Come? Piantando alberi nel mondo!Poiché anche un blog non è a impatto zero, c'é bisogno di compensare. 

consumo di CO2 attraverso un blog

Bilancia il CO2 prodotto dal tuo blog (o sito): partecipa, pianta gratis 1 albero e trasforma il tuo blog in “carbon neutral”Il sito "Doveconviene. it, attraverso l'iniziativa "Il mio blog è carbon neutral" ha l'obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica,  piantando 1 albero per  ciascun blog che aderisce, neutralizzandone così la produzione di anidride carbonica per 50 anni!L'iniziativa è del sito "DoveConviene.it", e lì troverete maggiori dettagli e informazioni sull'iniziativa.Io partecipo, e voi? Andate sul sito http://co2neutral.doveconviene.it/

lunedì 15 luglio 2013

"U strattu": il tradizionale concentrato di pomodoro siciliano


"Fari u strattu" nella mia provincia, Ragusa, non è una preparazione culinaria come altre, è un vero e proprio rito a cui tutta la famiglia deve sottostare. Ognuno, dai più piccoli ai più grandi,ha un ruolo adeguato all'età e al fisico; è un'operazione lunga, dura almeno tre giorni e non ci si possono concedere pause e distrazioni perchè il risultato potrebbe essere fatalmente compromesso. Quando ero piccola il mio compito era quello di girare la manovella della macchina spremipomodoro e poi quello più divertente di "riminare" quelle distese di passata di pomodoro nelle "maidde" al sole: durante quella continua operazione nelle ore più assolate della giornata, ci si abbronzava e si diventava di colore rosso fuoco; ogni tanto un dito si tuffava in quella crema golosa per leccarlo di nascosto. I grandi invece dissertavano se la luna fosse nel quarto propizio o se il vento fosse quello giusto: il terrore era ed è lo scirocco che invece di far addensare il pomodoro lo fa inacidire; bisognava far attenzione che le mosche, golose anche loro, non si tuffassero in quel mar rosso. Quando poi diventava denso come marmellata si teneva ancora qualche giorno "o friscu" in modo che si stabilizzasse, quindi veniva riposto nei vasi di vetro, più anticamente invece erano di terracotta "i stipa" e conservato per i sughi ghiotti dell'inverno. Ora sempre meno famiglie si dedicano a questo rito, specialmente se non si ha la possibilità di una casa in campagna o di un terrazzo abbastanza ampio: la tradizione va via via abbandonata dalle nuove generazioni.
Gli ingredienti sono tre: pomodori, sale, sole.


I pomodori devono essere perfettamente maturi e di ottima qualità: scegliere accuratamente la provenienza per evitare che siano stati trattati con prodotti chimici. Io ho un cugino generoso che mi ha regalato questi splendidi pomodori, la cui dolcezza mi accompagnerà tutto l'inverno. I pomodori vanno lavati e messi a cuocere in grandi pentole di alluminio.


Si fa cuocere fino a quando si sarà spappolato completamente. La quantità di sale è la vera magia dell'operazione: non ci sono ricette codificate ma la sapienza dell'esperienza che fa rispondere a mia madre quando glielo chiedo " chiddu gghiustu"; non ci sono bilance, ma l'occhio esperto e i pugni pieni di sale grosso. La modernità ha suggerito delle varianti nella conservazione: per motivi salutistici abbiamo diminuito la quantità di sale perchè per una sicura conservazione ci avvaliamo del freezer.


Si passa il pomodoro: ormai la macchina non ha la manovella ma è elettrica ed è tutto molto più veloce.


Si versa la passata nelle "maidde" grandi contenitori di legno che fanno parte del corredo di ogni famiglia.


Quindi si comincia a mescolare di continuo con un cucchiaio di legno in modo da far evaporare più velocemente l'acqua.


Dopo alcune ore già si vede la differenza.


Il giorno dopo, quando sarà molto denso, lo togliamo dal sole e lo facciamo asciugare ulteriormente in un luogo fresco e ventilato, dopo di che lo sistemiamo in contenitori di plastica che andranno riposti in freezer. Un esempio esplicativo di cosa si può realizzare con questa prelibatezza potete trovarlo in http://cannellaegelsomino.blogspot.it/2012/10/pranzo-della-domenica-sugo-di-cinghiale.html



domenica 14 luglio 2013

Peperoni "ammuddicati"



Non saranno bellissimi, ma sono il raccolto di oggi della mia "piantagione" di peperoni; oggi li preparerò secondo una ricetta povera, antica, semplicissima.


Tagliate i peperoni a listarelle, metteteli in una padella con olio, due spicchi d'aglio, sale e fateli rosolare mescolando spesso altrimenti tendono a bruciacchiarsi.


A fine cottura spruzzate aceto bianco e fate evaporare.


Nel frattempo in un'altra padella fate tostare del pangrattato, a "muddica" con olio e peperoncino, se vi piace. Mescolate i peperoni con il pangrattato e servite. Sono ancora più buoni quando sono freddi; serviti come antipasto sono uno sfizio!




mercoledì 10 luglio 2013

Linguine con le tenerezze


Cosa sono le tenerezze? In Sicilia si chiamano "tenerumi", sono i germogli della pianta di zucchina siciliana, Lagenaria longissima. Queste linguine sono una versione leggermente rivisitata della ricetta tradizionale che vede spesso le tenerezze con la pasta sotto forma di minestra.


Queste sono le tenerezze, vanno pulite togliendo le foglie più rovinate, gli steli più duri e quei sottili filamenti che servono alla pianta per arrampicarsi.



Fatto questo lavarle molto bene e sbollentarle in acqua salata.


Sgocciolare bene la verdura.


Preparare un soffritto di olio extravergine d'oliva, aglio, peperoncino e aggiungere le tenerezze.


Insaporire con del passato di pomodoro fresco e del basilico.


Saltare le linguine al dente con la salsa. Se volete impiattare come nella foto dovrete scegliere prima di cuocerle delle foglie integre e di uguale dimensione, sbollentarle brevemente tenendole per il peduncolo e raffreddarle in acqua ghiacciata, in modo che conservino il loro bel colore verde.


Buon appetito!