sabato 3 novembre 2012

"I cavatieddi o pettini": cavatelli rigati



Questa è una pasta per i giorni di festa: quando volete deliziare la vostra famiglia e avete molto tempo a disposizione per cucinare. Impastate la semola di grano duro semplicemente con acqua tiepida; quando sarà elastica e liscia, tiratela con il mattarello in una sfoglia spessa 4\5 mm circa.


Ricavare dalla sfoglia  ("a pinna ra pasta") tante strisce.


Da ogni striscia ritagliate tanti piccoli rettangolini che andrete a "cavare" con le dita.


Normalmente i cavatelli si fanno lisci, ma oggi voglio fare un salto indietro nel tempo e userò un pezzo di "pettine" da telaio che apparteneva alla nonna di mio marito: la nonnina Orazia tesseva, non solo per la sua famiglia, ma anche per altri e quello che ci rimane della sua lunghissima attività sono i prodotti preziosi delle sue mani e questo pettine, più un fuso per filare. Su questo pettine formato da numerosissime striscioline di canna andrò a cavare i miei cavatelli, che avranno così una superficie a righe, in grado di catturare il sugo in maniera fantastica.


Questo è il risultato. Intanto che sto  a cavare, il mio sugo borbotta pronto a sposarsi con questa meraviglia.


Adesso, come diceva mio nonno quando arrivava qualcuno al momento in cui ci si metteva a tavola, vi dico anch'io:- "Affavuriti!"





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