giovedì 18 luglio 2019

Solo una ciotola di lenticchie?



La mia natura contadina mi ha portato a voler sperimentare qualcosa di nuovo e molto antico nello stesso tempo: nuovo per me, perchè malgrado sia cresciuta di agricoltura, non avevo mai visto una pianta di lenticchie; antico, perchè ho scoperto, sperimentandolo, quanto dovesse essere faticoso per i nostri antenati, riuscire a mettere da parte questi fantastici legumi per le necessità della famiglia.
Quindi partiamo dalla mia curiosità primaria: ho cercato i semi di una varietà del luogo, lenticchie modicane; con mio marito, che asseconda sempre le mie pensate, le abbiamo seminate ed ecco la nostra mini coltivazione. Quando ho notato i piccolissimi baccelli, ho cominciato a chiedermi come saremmo riusciti a sgranarli, considerata la loro minuscola dimensione; ma già eravamo contenti di aver fatto la conoscenza della pianta con questi bei cespuglietti.

                                     


Queste sono le piante nel periodo della fioritura.


Quando le piante hanno cominciato ad essere quasi interamente gialle, le abbiamo tagliato e lasciato a completare l' essiccazione sul terreno.


E adesso arriva il bello: come fare fuoriuscire le lenticchie dai baccelli? Chiedendo a mio padre, ho scoperto che anticamente i mazzi venivano percossi con un attrezzo, per far cadere i semi. Ci siamo arrangiati con un bastone di legno, abbiamo posizionato i fasci su un telo, cominciando a picchiare. Non vi nascondo che è stata una bella faticata.


Ma non finisce così: bisogna separare i semi dall'involucro che li protegge e dai piccoli rametti. Come fare? Ci siamo fatti aiutare dal vento: facendo cadere dall'alto grosse manciate, i semini, più pesanti, cadevano perpendicolarmente, mentre la paglia, più leggera, veniva portata più in avanti. Abbiamo ripetuto questa operazione non so quante volte, sottostando ai capricci del vento, ma il nostro obiettivo, malgrado le difficoltà, era più vicino.




Si, perchè alla fine, dopo aver messo a dura prova le braccia e la schiena, bisogna provare a vedere se anche la nostra psiche resisterà al tormento finale: ebbene sì, è un duro esercizio di calma e pazienza dover rimuovere le ultime impurità che comunque sono rimaste in mezzo alle lenticchie. Chicco dopo chicco, uno per uno. Dopo giorni di traversie, risate per la nostra assoluta ignoranza sulle procedure necessarie e riflessioni sulla durezza del lavoro degli agricoltori, ai quali dobbiamo immenso rispetto, abbiamo guardato soddisfatti il frutto del nostro progetto: due chili e ripeto, solo due chili di meravigliose lenticchie!


Sono state sicuramente le lenticchie più gustose che io abbia mai mangiato! Le ho fatto lessare aggiungendo semplicemente cipolla, carota e sedano per completarle infine con un giro di olio extravergine d'oliva. E non ditemi: ma è solo una ciotola di lenticchie!


5 commenti:

  1. dopo tutto questo lavoro pero' ne e' valsa la pena, le lenticchie sono troppo buone!!!Baci Sabry

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  2. Ma che brava, mi hai ricordato come facevano i miei con i fagioli, erano tanti e si picchiavano anch'essi con un bastone, fino a che uscivano dal baccello e poi, con tanta di pazienza si faceva tutte queste operazioni e in finale, si gustava un buon piatto di fagioli. Le lenticchie non le avevano mai coltivate, ma a noi piacciono tantissimo. Ora li compro e preparo ogni tanto, sono troppo buone e salutare. Bravissima, complimenti per il duro lavoro, ma che alla fine da soddisfazione mangiando un piatto di lenticchie.

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    1. Soprattutto la gioia di averlo fatto con le proprie mani!

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  3. Una gran bella soddisfazione però,dopo tanta fatica,complimenti!
    Baci

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