Ho già avuto modo di parlare della ricchezza e abbondanza
di preparazioni che si fanno a Scicli in occasione del Natale. Nei tempi
antichi anche nelle case dei più poveri si preparava ogni ben di Dio con ciò
che si riusciva a reperire: per la vigilia non mancavano i "pastizza"
di cavolfiore e pasta, di spinaci, di "patacche" (topinambour), di
baccalà o palombo, di pollo o tacchino, di ricotta...
Era l'unico periodo
dell'anno in cui ci si poteva concedere anche qualche dolcetto. In ogni casa,
anche quella più umile, si preparavano biscotti da offrire ai parenti in visita
(non ci si poteva esimere dall'andare a fare gli auguri ai nonni e a tutti gli
zii). Dei vari biscotti tipici della tradizione sciclitana ho avuto modo di
parlare in molti miei post precedenti; oggi invece voglio farvi conoscere una
preparazione che assumeva il valore di ex-voto nei confronti del Bambino Gesù, chiamato con l'appellativo di "Cicidda r'oru" ( cicidda è il
nomignolo con cui si indicavano affettuosamente i genitali del Bambinello che
nella statua venerata è nudo).
E' il dolce natalizio più antico di Scicli: "cucciddatu che
miennili". Si preparavano alla Vigilia e si portavano il giorno di Natale
presso la Chiesa di San Bartolomeo per essere poi donati alle persone povere.
Dato che in questa chiesa c'era e c'è ancora uno dei presepi napoletani più
belli del Sud Italia, spesso questi cucciddati ornavano le braccia dei pastori
o le bisacce dell'asinello del presepe. Il cucciddatu era semplice pasta di
pane con delle mandorle intere sulla superficie che durante la cottura si
abbrustolivano e sostituivano il companatico. Presenta nella parte esterna
delle incisioni che simboleggiano la corona di spine del Cristo. E adesso vi mostrerò come prepararlo.
Impastate semola di grano duro con acqua tiepida, sale e lievito (ho usato lievito madre per attenermi fedelmente alla tradizione) fino ad ottenere un impasto sodo.
Con entrambe le mani formate un rotolo dal diametro di 4 cm circa. Praticate un incavo al centro con il pollice e richiudetelo.
Dategli la forma di ciambella unendo le estremità.
Con un coltello praticate delle incisioni nella parte più esterna.
Inserite quindi delle mandorle intere nella fessura centrale con la punta rivolta verso l'alto.
Come decorazione si prende un pezzetto di impasto, si stende un rotolino molto sottile e si utilizza per circondare le mandorle così come vedete in foto.
meraviglioso!!! adoro leggerti perchè riesci a trasmettere le nostre tradizioni in modo ammirevole. Bravissima!!
RispondiEliminaGrazie Mimma, tu non sei certo da meno!
EliminaDavvero stupenda, grazie x condividere le ricette dalla tua tradizione :-) L'Italia è una terra davvero ricca e la Sicilia la porto sempre nel mio cuore <3Se non ci risentiamo prima ti lascio il mio augurio di Felice Natale <3
RispondiEliminaMi piace fare l'archeologa lo sai: questa ricetta ormai non si fa quasi più.
EliminaMi piacciono tantissimo i dolci tradizionali e quelli della Sicilia sono uno più buono dell'altro, complimenti. Un bacione
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