Oggi è la volta della "mpanata", la regina delle portate sulla tavola della Vigilia degli sciclitani; il ripieno può essere diversificato a seconda dei gusti di ogni famiglia: di pollo, di tacchino, di vitello, di seppie, di baccalà, di pesce palombo, ecc.). Mi voglio soffermare in particolare però sui metodi di preparazione tradizionali, direi quasi "antichi" ormai, e sugli strumenti per la panificazione che oggi si vedono solo nei musei della civiltà contadina. Come in tutte le feste siciliane la preparazione del banchetto coinvolge tutta la famiglia e dura parecchio tempo, proprio per la ricchezza e l'abbondanza degli ingredienti.
Vi presento gli attrezzi del mestiere di una volta: (partendo da sinistra) "u scanaturi", " u sbriuni", "u lasagnaturi", "a sbriula"; vediamoli all'opera!
La pasta per le "mpanate" si impasta con semola di grano duro, sale, acqua tiepida, mezzo panetto di lievito (in 5 kg di farina), 100 g di strutto. Dopo aver fatto la classica fontana si impasta il tutto sulla "sbriula" e si sistema al centro.
Si inserisce quindi "u sbriuni" che come una leva schiaccia l'impasto ("u pastuni"), mentre una persona seduta a cavalcioni sulla parte più stretta lo fa roteare sul piano. Chi aziona la leva si dice che "scanìa", mentre chi sta seduto "mina".
Questo è il risultato dopo una bella energica "scaniata": si lascia riposare per un po' perchè lieviti.
E adesso comincia la farcitura: con il "lasagnaturi" stendiamo una porzione di pasta a forma circolare dello spessore di mezzo cm. Formiamo una specie di cestino pizzicando i bordi e rialzandoli. Facciamo un primo strato di pangrattato abbrustolito, poi sistemiamo delle fette di patate.
Mettiamo successivamente uno strato di riso cotto molto al dente e condito con il sugo.
Aggiungiamo la carne che abbiamo scelto tagliata a piccoli pezzi, condita con sale, pepe, aglio e prezzemolo tritato. Rimettiamo uno strato di riso e infine di nuovo del pangrattato. Completiamo con dell'olio extravergine d'oliva.
Chiudiamo con un altro disco di pasta e sigilliamo con il "milu" questa trecciolina con cui si chiudono da noi tutte le focacce.
Si possono fare anche a mezza luna, più piccole ( questa ad esempio è di pollo).
Intanto che si allunga la serie delle "mpanate", si stende un velo d'olio con le mani sulla superficie.
Qualcuno si occupa del forno: quando l'esperienza fa capire che ha raggiunto la giusta temperatura, si procede ad infornare.
Per fortuna ci sono entrate tutte!
Dopo un'oretta si sforna tutto questo ben di Dio:
Si coprono con una tovaglia e poi una coperta in modo che si mantengano calde e anche perchè si ammorbidisca l'involucro esterno che adesso sarebbe molto croccante.
Buon Natale a tutti!
Buoneee con il riso, le patate e la carne!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaCiaoo
Sissi