Io vivo a Scicli, una splendida cittadina barocca, dichiarata qualche anno fa patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Ha un'economia fondata sull'agricoltura intensiva ma tradizionalmente l'immagine che evoca , così come tutta la provincia di Ragusa, è quella dei campi delimitati dai tradizionali muretti a secco in cui si stagliano i secolari carrubi, i mandorli, gli ulivi. Oltre alle primizie più famose del territorio sciclitano, come ad esempio il datterino, si sono riscoperte delle coltivazioni che rischiavano di andare perdute: una di queste è il fagiolo "cosaruciaru" (in dialetto significa "cosa dolce"); è un fagiolo bianco con piccole macchioline marroni intorno all'ilo. Un tempo veniva coltivato nelle "cannavate", terreni alluvionali, vicini ai torrenti, poi gradualmente è scomparso. Se non fosse stato per l'attaccamento alle tradizioni di un gruppo di agricoltori che hanno continuato a coltivarlo nei propri poderi, oggi non avremmo la possibilità di gustarne la bontà. E' diventato presidio SLOW FOOD nel 2012, ma resta ancora un prodotto di nicchia perchè la produzione è limitata.
E' un fagiolo molto digeribile, cuoce facilmente, non ha bisogno di essere messo in ammollo per molte ore prima di essere cucinato. Si prepara una gustosa zuppa e si accompagna tradizionalmente con tagliolini all'uovo fatti in casa " pasta mpastata ca casola cosaruciara".
Oggi invece, dato che ancora fa caldo e ci piacciono piatti freschi, lo preparerò in insalata e lo servirò come gustoso contorno.
Faccio bollire i fagioli in acqua alla quale ho aggiunto una foglia d'alloro. Non li ho messi a bagno prima.
Quando sono teneri aggiungo il sale , li scolo e li passo sotto un getto di acqua fredda.
Preparo un trito di sedano, peperoncino fresco, cipolla di Giarratana a rondelle.
Condisco con abbondante olio extravergine d'oliva dei Monti Iblei, origano e una spruzzata d'aceto. Provate e non ve ne pentirete!
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