Oggi piove, aria grigia d'autunno, bisognerà preparare qualcosa che scaldi, soprattutto le papille. Non cucino spesso le fave perchè non riesco a mandar giù la loro buccia, ma per il "maccu" faccio un'eccezione:è decisamente un'altra cosa!
La parola maccu deriva dal latino maccare, vuol dire schiacciare. Questa preparazione tipica della nostra provincia non è però un purè classico: la sua preparazione infatti non prevede di passare i legumi. Ora vi spiego. Per prima cosa perchè bisogna scegliere fave modicane? Sono un prodotto unico nel suo genere, vengono coltivate nelle campagne del modicano e oltre al sapore particolare, hanno anche la caratteristica di cuocersi molto in fretta. I nostri nonni, nelle serate invernali, passavano il tempo a "pizzicari" i favi, a togliere cioè un pezzetto di buccia nella parte superiore delle fave secche; in particolare, per preparare il "maccu" bisogna togliere tutta la buccia.
Bisogna quindi lavarle e metterle a cuocere in acqua fredda. Dopo alcuni minuti di ebollizione, togliete l'acqua dalla pentola.
Avrete intanto preparato un trito di cipolla, carote e sedano che farete rosolare. Versate quindi le fave e coprite di acqua calda per non bloccare la cottura.
Aggiustate di sale e mescolate ogni tanto.
Quando le fave si saranno completamente disfatte e trasformate in crema, è pronto. Olio extravergine d'oliva a crudo e "pane duro", un tempo, per scaldarsi nelle cene invernali; noi che le gustiamo "per capriccio" e non perchè rappresentano l'unico cibo a disposizione, come era ai tempi di mio padre, possiamo accompagnarle con dei crostini caldi.
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